Italia, Confindustria: cresce (poco) il PIL, tengono gli investimenti
E’ una fotografia in chiaroscuro quella scattata dal Centro Studi di Confindustria nella sua Congiuntura flash relativa al mese di luglio. In Italia l’inflazione è bassa e stabile (+0,8% annuo a giugno), con i prezzi core (+1,9%) scesi per la prima volta sotto il target del 2% fissato dalla Bce. Nell’Eurozona, invece, l’inflazione totale è alta, in calo di un solo decimo a +2,5% (da +2,6% a maggio) e l’indice core è fermo al +2,9%. Il divario Eurozona-Italia nella dinamica di fondo dei prezzi è salito quindi a un punto percentuale e questo determina un tasso reale più alto nel nostro paese. Al tempo stesso, il Pil cresce poco e l’industria rimane debole, mentre rallentano i servizi e non decolla l’export.
Investimenti: Italia meglio dell’Europa
Ma su un fronte l’Italia cresce ed è quello degli investimenti, dove il nostro paese ha registrato una buona performance anche nel 1° trimestre 2024 (+0,5%), proseguendo l’espansione degli ultimi anni. Il confronto con gli andamenti negli altri paesi europei mostra che gli investimenti sono cresciuti in Italia a inizio 2024 ma non nella media dell’Eurozona (-1,5%, con +1,2% in Germania, ma -0,4% in Francia). In Italia sono cresciuti complessivamente molto di più rispetto ai valori pre-Covid: +30,7% cumulato dal 4° 2019, rispetto a +1,8% in Francia e addirittura -3,9% in Germania e -2,2% in Spagna, dove restano al di sotto dei valori pre-pandemia. Rispetto alla media dell’Eurozona, l’Italia ha registrato un incremento del 35,6% superiore in questi 4 anni.
Mercati in attesa del taglio tassi della Fed
In questo scenario, si legge nella congiuntura, i mercati si aspettano solo a settembre il primo taglio dei tassi Fed (di -0,25%, da 5,50%). Anche per la Bce, che si è già mossa (riducendo il tasso di rifinanziamento principale al 4,25%), è atteso solo dopo l’estate un secondo taglio. Il cambio dollaro/euro è stabile, in area 1,08.
I tassi sovrani nell’Eurozona sono saliti di 0,2 punti circa al 1° luglio, sulla scia delle elezioni in Francia, ma sono tornati giù la settimana seguente e gli spread si sono mossi poco. Le Borse europee non mostrano scossoni nell’ultimo mese, ma sono deboli (Londra -0,5%, Milano -1,4%), mentre quella Usa è in crescita (+4,0%).
Prezzi dell’energia in altalena, servizi rallentano
Nel mese di luglio torna a salire il prezzo del petrolio, a 88 dollari al barile in media (82 a giugno); mentre il prezzo del gas è stabile, a 33 €/mwh (da 34). Le dinamiche sono invertite rispetto a giugno, ma entrambi i prezzi sono elevati. L’effetto sulla dinamica dei prezzi al consumo sarà (poco) favorevole per elettricità e gas per famiglie-imprese, al rialzo sui carburanti per i trasporti.
Inoltre, a giugno il PMI servizi ha continuato a ridursi (53,7 da 54,2), pur rimanendo in zona espansiva, mentre la fiducia delle imprese è scesa ininterrottamente da aprile a giugno. Nel 2° trimestre, dunque, i servizi potrebbero aver rallentato (dopo il +0,3% nel 1°).
Export stenta a ripartire
Poco incoraggianti anche le prospettive per l’export italiano di beni, in crescita ad aprile (+2,1% a prezzi costanti), ma in diminuzione nei mercati extra-UE a maggio (-2,3% in valore), con una dinamica simile all’export tedesco.
Dopo un anno, le vendite italiane in Germania sono tornate a espandersi, rimanendo invece stabili negli USA e segnando una nuova flessione in Cina.
Per l’estate, le prospettive sono negative, almeno osservando gli ordini manifatturieri esteri nel mese di giugno. Deboli anche le indicazioni qualitative in merito agli scambi a livello globale.