L’Italia batte la Germania nella corsa a tagliare la dipendenza dal gas russo
In attesa di sapere cosa succederà dopo il 21 luglio, ossia se il gasdotto Nord Stream 1 riprenderà a erogare gas verso l’Europa o Mosca deciderà una nuova escalation della guerra energetica, a quasi 5 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina emerge come la dipendenza dal gas russo è già scesa di molto.
In questi mesi l’Italia si è mossa con decisione per ridurre la propria dipendenza da Mosca. Stando a quanto riporta oggi Bloomberg, il nostro paese ha ridotto la sua dipendenza dalle importazioni di gas russe al 25%, dal 40% circa all’inizio dell’anno. Il governo Draghi ha bruciato le tappe nel percorso verso l’indipendenza da Mosca, basti pensare che la Germania, la più grande economia europea, importa ancora circa il 35% del proprio fabbisogno di gas dalla Russia.
Tutti i paesi europei in questi mesi si sono mossi per riempire i siti di stoccaggio del gas in vista dell’inverno e ad oggi l’Italia ha raggiunto un tasso di riempimento del 64%.
L’UE ha indicato come obiettivo un riempimento dei siti di stoccaggio del gas pieni almeno all’80% entro l’inizio di novembre e sta esortando i cittadini a risparmiare energia per evitare che l’industria debba ridurre il consumo di energia durante l’inverno.
L’obiettivo di Roma è arrivare al prossimo inverno essendo in grado di far fronte all’eventuale interruzione delle forniture da parte di Mosca senza essere costretti a ricorrere al razionamento del gas alle famiglie e alle imprese. “Il governo ha preso la decisione strategica all’inizio della guerra di cercare rapidamente forniture alternative”, ha detto ieri ai giornalisti il primo ministro Mario Draghi che prossima settimana si recherà nuovamente in Algeria, divenuto il principale fornitore di gas italiano.
La Russia non è più il principale fornitore di gas per l’Italia
Lo scorso anno l’Italia ha importato 72,7 miliardi di metri cubi di gas, di cui il 40% è arrivato dalla Russia, il 29% dall’Algeria, il 10% dall’Azerbaijan, il 4% dalla Libia e il 3% dal Nord Europa. Il 13,5% è arrivato da Gnl (gas naturale liquefatto).
In pochi mesi la situazione è cambiata notevolmente. Nel primo semestre 2022, stando ai dati del Ministero della Transizione ecologica, l’Algeria ha superato la Russia per le forniture di gas all’Italia. Su 31,7 miliardi di metri cubi di gas importato, quello proveniente da Algeri è arrivato a rappresentare il 30% del totale; seconda piazza per la Russia al 26%, poi Norvegia e Paesi Bassi al 10%.
Ecco come si è ovviato al calo del 33% del gas in arrivo da Mosca
Come ha fatto l’Italia a sopperire al calo di un terzo delle forniture di gas dalla Russia? Il governo italiano in questi mesi ha stipulato accordi con alcuni paesi africani e nordafricani per aumentare le importazioni di gas.
Sempre i dati del Ministero della Transizione ecologica mostrano come i 4,2 miliardi di metri cubi di gas in meno dalla Russia, a cui si aggiunge il forte calo delle forniture dalla Libia (-31,8% a 463 mln di metri cubi), sono stati compensati da maggiori forniture da Algeria (+0,3%), Azerbaigian (+103%), Paesi Bassi e Norvegia (+211,3%). C’è poi il balzo dell’import di Gas naturale liquefatto (GNL), salito del 19,2% con ben 5,2 miliardi di metri cubi di gas in più. Pertanto da solo il maggior apporto di GNL ha più che compensato i 4,8 miliardi persi da Russia e Libia.
Guardando al futuro, Snam ha acquistato due unità di rigassificazione di stoccaggio galleggianti per aggiungere capacità di gas naturale liquefatto nei prossimi due anni. Stando agli ultimi dati riportati da Snam, i flussi di gas dall’Algeria sono adesso più del doppio di quelli provenienti dalla Russia.