Effetto lampo di Di Maio sui BTP. Tassi in calo e spread giù, no rischio elezioni anticipate
L’effetto Di Maio-crisi M5S sullo spread BTP-Bund c’è stato, ma è durato il tempo necessario alla diffusione della notizia. Oggi lo spread rimane stabile in area 190, a fronte di tassi sui BTP decennali che sono scesi stamattina fino al 3,39%, ai minimi dal 9 giugno scorso, iprima dello shock Bce del 10 giugno 2022, che ha fatto scattare i rendimenti decennali oltre la soglia del 4%, al record dal 2013.
Il forte ritracciamento ha a che fare sempre con la Bce di Christine Lagarde che, annunciando l’intenzione di lavorare a uno scudo anti-spread o meglio, per usare la sua terminologia, a uno strumento contro il rischio di frammentazione finanziaria dell’area euro, ha allentato la forte tensione che si era scatenata sui mercati nelle sessioni precedenti.
Detto questo, allacciandosi alle turbolenze che hanno scosso negli ultimi giorni la politica italiana, e in un contesto in cui da Goldman Sachs a Scope Ratings, si sottolinea l’importanza della stabilità politica in Italia, la domanda sorge spontanea: quali conseguenze rischia di avere sulla stabilità politica italiana, al momento garantita dall’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi, il divorzio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio dal M5S di Giuseppe Conte? In realtà, come si può evincere dal trend dei BTP, l’impatto sembra nullo. Di questo fattore parla anche Paolo Pizzoli, economista senior di Italia e Grecia di ING, nella sua analisi “Some cracks in Italian politics, but early election risk remains low”. Ovvero: “alcune fratture nella politica italiana, ma il rischio di elezioni anticipate rimane basso”.
Così Pizzoli: “La profonda frattura che si è creata all’interno del movimento, con 70 parlamentari circa che hanno deciso di aderire alla formazione di Di Maio “Insieme per il futuro”, avrà come conseguenza quella di togliere il primato finora nelle mani del M5S di partito numero uno in Parlamento, attribuendolo alla Lega di Matteo Salvini“. La frattura non sorprende tuttavia più di tanto Pizzoli, che ricorda come le tensioni tra Di Maio e Conte andassero avanti da parecchio. “Di Maio ha detto che la sua decisione è stata scatenata dall’atteggiamento ambiguo di Conte nei confronti della guerra in Ucraina, che è culminato di recente nell’appello a non inviare armi all’Ucraina. Ma questa – ha continuato il senior economist di ING – potrebbe essere solo una parte della storia”. In ogni caso, “secondo noi, la dipartita di Di Maio non aumenterà il rischio di una instabilità politica di breve termine”.
Infatti, secondo Pizzoli, “è probabile che Di Maio continui a mantenere la posizione di Ministro degli esteri, così come il suo gruppo continui a sostenere il governo Draghi”.
Praticamente, “non ci sarà bisogno di alcun rimpasto di governo, e, dal canto suo , Conte ha già ribadito che il M5S continuerà ad appoggiare l’esecutivo. Dalla Lega la reazione è stata decisamente benigna. E l’ultimo round delle elezioni amministrative, che hanno visto sia il M5S che la Lega perdere terreno, sembra aver ridotto ulteriormente qualsiasi desiderio di tornare al voto”. Blindata la stabilità politica, lo scudo anti-spread promesso dalla Bce continua a sostenere la carta italiana. E ieri sono arrivate anche le dichiarazioni del numero due dell’Eurotower Luis de Guindos, che ha detto chiaro e tondo che il nuovo strumento anti frammentazione dell’area euro dovrebbe essere diverso dall’OMT e anche dai bazooka precedenti della Bce PEPP e APP.
Convinto del fatto che la grave crisi che ha colpito il M5S non intaccherà la stabilità politica dell’Italia è anche Wolfango Piccoli, co-direttore generale di Teneo Intelligence. Nella nota “ITALY: M5S splits — much ado about nothing (for now)”, ovvero “ITALIA: scissione nel M5S-tanto rumore per nulla (almeno per ora)” Piccoli scrive che, “nonostante questo nuovo cambiamento nel panorama politico sempre in trasformazione (in Italia), è improbabile che ci siano ripercussioni significative sulla stabilità del governo Draghi. Anche se Conte dovesse ritirare il sostegno di quello che è rimasto del M5S, il governo potrebbe contare ancora sul supporto della maggioranza in Parlamento. Riguardo agli altri partiti politici che sostengono l’esecutivo, non ci sono incentivi tangibili, visto cosa emerge dai sondaggi, a ritirarsi in vista della fine della legislatura” (con le elezioni politiche fissate per il 2023)”, ricorrendo dunque alle elezioni anticipate”.
“Questo significa che, così come prima dello scisma nel M5S, Draghi continuerà a far fatica nel cercare di andare avanti con le riforme necessarie affinché l’Italia si assicuri gli aiuti del Recovery and Resilience Facility (RRF) dell’Ue”.
Secondo l’esperto, si continuerà insomma ad andare avanti a colpi di mozioni di sfiducia per arginare le varie resistenze che arriveranno dai partiti di turno, già in campagna elettorale.
“Il sistema politico è già in modalità pre-elezioni, e questa situazione non farà altro che peggiorare, nei prossimi mesi, in vista della dell’avvicinarsi della fine della legislatura (nel marzo del 2023) – si legge nel commento di Teneo Intelligence, con Piccoli che conclude che, “con Fratelli d’Italia numero uno nei sondaggi, Giorgia Meloni è ben posizionata a guadagnare un ulteriore momentum, nella sua corsa a diventare il primo presidente del Consiglio donna dell’Italia”.