Stati Uniti: costo del denaro sale all’1-1,25%. Un altro rialzo entro la fine dell’anno
Dopo la stretta di marzo, la Banca Centrale statunitense ha deciso di concedere il bis. Come correttamente pronosticato dal 90% degli analisti contattati da Bloomberg, il FOMC (Federal Open Market Committee), il Comitato di politica monetaria della Federal Reserve, al termine della due giorni di riunioni ha deciso di proseguire il processo di normalizzazione della politica monetaria iniziato a dicembre 2015.
L’istituto guidato da Janet Yellen qualche minuto fa ha annunciato di aver alzato il costo del denaro statunitense di 25 punti base portandolo all’1-1,25%. La decisione è stata presa con una maggioranza di 8 membri: l’unico a votare per la conferma dello status quo è stato Neel Kashkari, n.1 del Distretto di Minneapolis.
Nonostante la frenata evidenziata dalla prima economia negli ultimi mesi e le tensioni arrivate (e che potrebbero arrivare) dal fronte politico, la Fed ha continuato a valutare il rallentamento “temporaneo” preferendo concentrarsi su due fattori: un mercato del lavoro che continua a mostrare i muscoli (tasso di disoccupazione ai minimi da 16 anni al 4,3%) e un’inflazione in direzione (con qualche incertezza) del target del 2%.
Indicazioni particolarmente importanti anche quelle in arrivo dai cosiddetti “dot plot”, le proiezioni sull’evoluzione dei tassi secondo ogni membro del Comitato. In linea con la view precedente, i membri del FOMC stimano un altro ritocco al rialzo entro la fine dell’anno (confermando il totale annuo a 3) e tre nel 2018.
La stima sull’andamento dell’inflazione nell’anno corrente misurata dall’indice PCE (Personal Consumption Expenditures) passa dall’1,9% all’1,6% mentre la view sul tasso di disoccupazione scende dal 4,5 al 4,3 per cento.
Arrivate inoltre le prime informazioni sulla riduzione del bilancio della Fed, salito recentemente in quota 4.500 miliardi di dollari (definito in patria un “Mammoth Bond Portfolio”). Gonfiato negli anni della crisi con l’acquisto di Treasury e bond ipotecari, nei prossimi mesi il bilancio è destinato gradualmente a ridursi.
Per quanto riguarda i Treasury, si inizierà con il mancato reinvestimento di 6 miliardi di dollari e la cifra salirà di 6 miliardi ogni mese fino ad arrivare a 30 miliardi mensili. Nel caso invece dei MBS (Mortgage-Backed Securities) si inizierà con 4 miliardi, 4 miliardi saranno aggiunti ogni tre mesi fino ad arrivare a 20 miliardi/mese. Nel caso di peggioramento del contesto macro, la Fed si riserva di tornare a reinvestire i proventi dei titoli in maturazione.
Tra qualche minuto è prevista la conferenza stampa del presidente Janet Yellen.