Deutsche Bank: calo del fatturato affonda il titolo, pesa l’investment banking
Deutsche Bank affonda a Francoforte dopo la pubblicazione dei dati trimestrali. A fronte di una crescita decisamente sostenuta della bottom line, l’utile netto è passato da 20 a 466 milioni e in termini di lordo il risultato è più che raddoppiato da 408 a 822 milioni, il fatturato è sceso di 10 punti percentuali a 6,61 miliardi di euro.
Colpa della debolezza nel capital market, ha spiegato in un comunicato l’Ad John Cryan. “A dispetto di significativi miglioramenti a livello operativo (gli accantonamenti su crediti sono scesi del 70% a 79 milioni, ndr), il livello di redditività resta al di sotto delle nostre attese di lungo termine”, ha detto il manager. “I ricavi non sono stati così solidi come avremmo voluto, in gran parte a causa della debolezza registrata nel capital market”.
Grazie a un taglio costi del 15% annuo, l’utile pre-tasse è risultato decisamente superiore rispetto ai 547 milioni stimati dagli analisti (consenso a 273 milioni per il dato netto), mentre il fatturato, visto a 7,21 miliardi, ha deluso gli operatori e sta penalizzando il titolo (-3,77% a 15,97 miliardi). In particolare spicca il dato relativo il “corporate and investment banking” che, pronosticato a 4,14 miliardi, si è attestato a 3,62 miliardi.
“La divisione investment banking, che in precedenza rappresentava uno dei gioielli della corona, ha sottoperformato”, ha commentato Michael Hewson, Chief Market Analyst di CMC Markets. “Nonostante una contrazione fosse attesa alla luce dei recenti numeri di JP Morgan e Goldman Sachs, si tratta di un dato comunque deludente”.
Inoltre, l’esperto rileva come la crescita degli utili “non sia stata innescata da un miglioramento delle performance all’interno della banca” ma il risultato “di un enorme taglio costi da oltre 5 miliardi di euro”. “Ci sono solo voci una tantum –continua Hewson – che non potranno essere ripetute, questo vuol dire che le varie divisioni della banca dovranno iniziare a sovraperformare”.