TIM sconta Goldman anche oggi. AD Genish spegne speculazioni su rete e Tim Brasil. E aggiunge: titolo sottovalutato
Il titolo Telecom Italia continua a scontare le note negative arrivate dal mondo degli analisti -in primis quelle di Goldman Sachs – ma anche, e lo ammette lo stesso neo amministratore delegato Amos Genish in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, una “noiosa storia industriale”. Genish non commenta lo scivolone di ieri del titolo alimentato in particolar modo dalla nota di Goldman Sachs; ma a suo avviso nell’ultimo periodo, sull’azione, si erano posizionati molti hedge fund che ora stanno uscendo, proprio per la suddetta noiosa storia industriale.
Visto poi che il nuovo piano non sarà noto prima del prossimo 6 marzo, continua l’AD, forse questa attesa spiega la cautela degli investitori “long”. Genish tuttavia lo dice chiaro e tondo: il titolo “è sottovalutato”.
Le sue dichiarazioni non alimentano tuttavia alcuna speculazione, semmai la smorzano.
Il ceo afferma, di fatto, che l’azienda si concentrerà su un piano di “sviluppo sostenibile nel lungo periodo”, ma che non ci sarà alcuna operazione di finanza sulla rete Tim. Non è ipotizzata “nessuna operazione finanziaria”, precisa. Dunque, nessun obiettivo di lanciare un’Ipo, almeno per ora.
Non solo.
Non ci sarà neanche alcuna fusione con Open Fiber. Con quest’ultima, si potrà parlare magari di “collaborazione commerciale”, ma un’operazione di M&A è esclusa, anche perchè “non so cosa direbbe l’Antitrust di ipotesi di consolidamento in un mercato ancora molto ristretto”. E il progetto Cassiopea, che mira a portare la fibra nelle aree meno concorrenziali, comunque “è morto”. Insomma, per Tim si torna a “una noiosa storia industriale”.
Il Brasile, inoltre, è un asset strategico, per cui anche su Tim Brasil Genish frena eventuali scommesse del mercato. Tim Brasil, fa notare, “è uno degli asset migliori” del gruppo, visto che i conti sono buoni, che la società si appresta a pagare i dividendi in Italia (cosa mai successa in precedenza), e che l’economia del Brasile sta migliorando.
L’AD mette così le cose in chiaro: non solo Tim Brasil non è in vendita, ma non ci sarà neanche alcuna operazione di fusione e acquisizione, M&A, che punti a far scendere la partecipazione di Telecom sotto al “51%”.
Ancora, l’AD fa notare che su Sparkle “non c’è bisogno di avere il 100%”, così come su Inwit non è un dogma tenere il 60%.
Ieri Telecom è precipitata a Piazza Affari ai minimi in un anno, affossata dalla nota di Goldman Sachs, che ha rivisto al ribasso il rating da buy a neutral e il target price da 1,01 a 0,86 euro (tagliato anche il tp delle risparmio, da 0,84 a 0,71 euro).
La banca ha sottolineato come gli operatori stiano guardando con timore alla flessione dei margini operativi delle attività domestiche, scontando anche un periodo di crescente incertezza dovuto all’imminente arrivo di Iliad sul mercato, che si aggiunge alla concorrenza di Enel Open Fiber.
Inoltre, ha aggiunto Goldman, gli sforzi che Telecom Italia sta compiendo per la digitalizzazione dell’azienda potrebbero pesare nel breve termine sui programmi di riduzione dei costi. Di qui, la decisione del downgrade, che è stato di ben il 17% sul prezzo obiettivo.
Cauta sul titolo anche Credit Suisse, che ha stabilito un rating sull’azione pari a neutral, a fronte in questo caso di un target price decisamente al rialzo rispetto ai livelli attuali, pari a 1 euro.
Gli analisti di Banca Akros sono decisamente più ottimisti, con un rating accumulate e target price a 1,12 euro, anche se in una nota di ieri, commentando l’incontro di Genish con la comunità finanziaria, hanno fatto notare che le dichiarazioni dell’amministratore delegato “sembrano indicare una visione di lungo termine sul business: nessuna ulteriore speculazione sul Brasile e/o spin-off della rete, che potrebbe aver deluso qualche investitore”.